lunedì 6 giugno 2016

Mortirolo e Aprica


Non avrei voluto farlo, non me lo sono cercato, ma mi ci hanno portato gli amici, e per questo devo col senno di poi ringraziarli.
E' una di quelle salite, il Mortirolo da Mazzo, che Alessandro e Sergio chiamano NON SALITA, per le pendenze proibitive, per la costanza delle stesse e per la lunghezza complessiva.
Visti nei giorni precedenti un paio di video ricognizione che circolano su bike channel e su youtube, studiate le caratteristiche peculiari che ne dipingono gli aspetti più drammatici ed inavvicinabili, non mi attira per nulla l'idea di pedalarla perché non mi sento pronto ed ho paura di non farcela.
Poi però complice l'approccio da  timore reverenziale (forse davvero estremo e inopportuno), l'idea che l'unica cosa che conterà è arrivare in cima cercando - ma non per forza riuscendoci - di non mettere piede a terra, vien fuori una scalata che MAI mi mette in crisi, riuscendo addirittura a rimanere quasi costantemente a 140/145 bpm, in alcuni tratti arrivo addirittura a permettermi di buttar giù il 25 preferendolo al 28. Chiudo in 1:24' e con una sensazione di grande benessere fisico.
La soddisfazione di passare laddove alcune imprese di Pantani o Contador ne hanno acceso ed alimentato il mito, è stata grandissima. Il piacere della condivisione di questa esperienza con amici che tanto ci tenevano e come me tanto lo temevano, è ancora maggiore.
Poi in discesa verso Aprica si becca di tutto, dal sole, alla pioggia sino alla grandine, ma ormai il cuore è pieno di emozione per una giornata che, nel nostro piccolo, rimarrà memorabile.

Alla prossima

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